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Anche il web ha le sue "barriere architettoniche"

Perche' creare un sito accessibile

Con il software PhPeace le pagine web saranno sempre piu' idonee ai criteri di accessibilita'. Molti siti "scenografici", con grafica in movimento e interfacce con disegni e pulsanti, escludono i nonvedenti dal web. PhPeace crea un'interfaccia sobria per condivide con i disabili il progetto di una comunicazione inclusiva.
24 maggio 2005 - Daniele Marescotti

Il software PhPeace su cui si basa il sito di PeaceLink è orientato verso i criteri di accessibilità. Attualmente è installata la versione 2.1 che soddisfa alcuni criteri di accessibilità. La versione 2.2 vedrà un'ulteriore evoluzione nella direzione di un sito privo di "barriere".
Questo significa che il codice prodotto da PhPeace ha lo scopo di visualizzare pagine web che siano sempre più gestibili dai non vedenti e sempre più funzionali per i disabili motori che ad esempio non possano avere la padronanza del mouse.

I vari significati dell'accessibilità

Accessibilità significa anche non porre barriere a chi dispone di software e standard tecnologici diversi.
Accessibilità è inoltre impostare un design intuitivo e un'interfaccia facile da usare da cui discende una fruibilità migliorata.
In altre parole l'accessibilità è frutto di una concezione della telematica inclusiva che consenta di collegare effettivamente le persone e di non emarginarle in ragione delle caratteristiche fisiche dell'utente o delle caratteristiche tecniche del suo hardware e software. Ad esempio capita di vedere siti web "ottimizzati" per Internet Explorer: questa non avvantaggia (e a volte ostacola) l'accessibilità di utenti dotati di altro software di navigazione.
I siti Internet devono essere pertanto progettati per essere "travasati" in hardware e software differenti.
Invece l'html delle pagine web tende a "dialettizzarsi" con codici fuori standard creati da Microsoft ma non dalla comunità Internet. Una simile procedura tende a mettere "fuori gioco" altri software "fuori ortodossia" rispetto alla codificazione Microsoft. Ma questa tendenza crea problemi di accessibilità a chi non rispetta l'ortodossia Microsoft e segue le norme html codificate dal W3C, ossia dalla massima autorità per la codificazione di un html "universalmente accettato" e non dialettizzato dalle multinazionali.
Il concetto di accessibilità acquista un particolare significato in relazione al fatto che Internet ad esempio viene esplorata non solo da computer con schermi a 17 pollici ma anche da cellulari con display limitati. E quindi i problemi di accessibilità sono attualizzati dall'evoluzione di tecnologie multimediali assai diversificate e poliedriche.

L'accessibilità per i disabili aiuta anche i "normali"

Inoltre un sito accessibile è più razionale e quindi anche la manutenzione ne risulta migliorata.
Un sito che sia accessibile ai disabili è un sito in generale migliore e conveniente per tutti. Un po' come i libri delle scuole elementari (quelli ben scritti) che, oltre ad essere accessibili ai bambini, sono accessibili in generale a tutti. La telematica accessibile non è quindi un prodotto di nicchia ma un insieme di linee guida che stanno orientando la telematica più in generale verso standard più semplici, funzionali e flessibili. I criteri di efficacia ed efficienza si stanno rimodellando attorno ad un matrimonio che unisce le esigenze dei disabili e quelle degli utenti che hanno difficoltà a orientarsi nei siti e chiedono cose "fatte bene".
Un disabile avvantaggiato in fin dei conti avvantaggia un po' tutti spingendo la telematica a rimuovere i caratteri barocchi, i tecnicismi e le asperità di interfacce a volte pensate più per utenti-ingegneri che per utenti come ad esempio gli anziani con i loro problemi nel vedere i caratteri troppo piccoli o nell'entrare nei labirinti.

La storia di Cearbhall O'Meadhra

Un'esperienza che ci può far meglio capire il concetto di accessibilità è quella di Cearbhall O'Meadhra.
O'Meadhra è cieco a causa della retinite pigmentosa.
Imparò ad usare il computer e venne assunto presso la Banca di Irlanda nel 1983.
Dopo un anno di lavoro, fondò la Società di Computer per Disabili Visivi (VICS).
La comparsa di Windows 95 lo bloccò in quanto il programma era assolutamente inaccessibile ai ciechi.
Promosse pertanto una campagna per rendere accessibile questo software.
La Microsoft fu costretta a migliorare l’accessibilità di Windows.
O’Meadhra, nell’organizzare un sito utilizzando il programma FrontPage della Microsoft, scoprì un altro problema: la struttura gerarchica di navigazione era di difficile gestione per un non vedente.
Il suo motto è: “Una buona progettazione rende abili, una cattiva progettazione rende disabili”.
Spiega O'Meadhra: "Il mio scopo finale è quello di vedere le aziende e le scuole di progettazione insegnare una progettazione accessibile, partendo dal presupposto che anche un disabile possa essere un utente e soddisfacendo le esigenze di ognuno”
A chi gli chiede a che punto siamo con l'accessibilità dei siti, O'Meadhra risponde: "La tendenza generale si sta spostando nella direzione giusta, ma ci sono ancora tanti ostacoli. Dobbiamo percorrere una strada molto lunga".

La storia di Bruce Maguire

Un'altra storia interessante risale alle Olimpiadi di Sidney. Nell’agosto 2000 il Comitato Organizzativo dei Giochi Olimpici di Sidney (SOCOG) fu accusato di comportamento illegale perché il sito web era inaccessibile ai ciechi. Un cieco di nome Bruce Maguire presentò una querela e vinse la causa.
L'accusa al SOCOG era quella di avere posto in essere una discriminazione illegale nei suoi confronti. La sentenza fu emessa il 24 agosto 2000. Il SOCOG venne dichiarato colpevole di aver violato la legge australiana del 1992 sulla discriminazione dei disabili. La Commissione Australiana per i Diritti Umani e le Pari Opportunità rigettò l'obiezione del Comitato organizzativo dei giochi olimpici, secondo il quale i costi e i problemi da affrontare per creare un sito accessibile avrebbero fatto sì che gli utenti incontrassero un livello di difficoltà ingiustificabile. Il Comitato fu condannato per danni a pagare 20 mila dollari australiani e la vicenda è entrata nella storia del diritto all'accessibilità.

Una prospettiva inclusiva e non emarginante

Queste due storie significative ci fanno capire come l'informatica debba evolversi verso prospettive inclusive.
Una volta che l'accessibilità viene considerata come una priorità allora cambia anche la mentalità. E ci si orienta verso un'informatica che superi le barriere anche del "digital divide", non meno escludenti e paralizzanti. Si parla a questo proposito di "telematica sostenibile" (http://lists.peacelink.it/kimbau/msg00020.html) che educhi alla sobrietà e sia compatibile con gli standard comunicativi "lenti" di tante regioni africane.

La "Legge Stanca"

Le nuove disposizioni della "Legge Stanca" (approvata il 17 dicembre 2003) in materia di accessibilità delle pubbliche amministrazione (http://webnews.html.it/news/1776.htm) hanno posto al centro la questione dell'accessibilità per gli oltre 3 milioni di disabili italiani. Su http://www.html.it/accessibilita si possono reperire molte informazioni sulle "barriere" poste ai disabili da un sito non accessibile.

Perché PhPeace non ha grafica con "effetti speciali"

Una cosa che si nota subito in PhPeace è che - come impostazione di base - non viene incentivato l'uso di elementi grafici in movimento. Infatti un nonvedente non ha strumenti per riconoscere gli elementi grafici. Quindi - nel caso essi costituiscano ad esempio parte integrante della titolazione, dell'interfaccia o della più generale presentazione - tali elementi grafici costituiscono parti "invisibili" del sito. Il nonvedente non può cliccare su bottoni che non vede a meno che non siano accompagnati da scritte testuali descrittive che accompagnino la grafica e vengano lette dal sintetizzatore vocale.

Il problema delle scritte in movimento

Per quanto riguarda le scritte in movimento di eventuali applets o javascripts inclusi in una pagina html un non vedente può individuarle? Non tutti i primi sintetizzatori vocali riconoscevano tali scritte ma alcuni strumenti di nuova generazione sono in grado di rilevarle. Infatti le versioni più recenti dei software di sintesi "leggono" al nonvedente le scritte in movimento ottenute con javascripts. Leggono anche eventuali scritte contenute negli applets.

Grafica e limiti tecnologici per i nonvedenti

Ciò che invece non possono fare anche le più avanzate tecnologie per nonvedenti è "leggere" gli elementi grafici: essi sono immagini e come tali non riconoscibili se non corredati dalle relative didascalie. Vi sono siti web con aree di mappe sensibili: ad esempio l'utente non clicca sul nome delle regioni italiane ma sulle regioni così come appaiono sulla cartina geografica. Ma un nonvedente "non vede" l'immagine del Piemonte o della Puglia e quindi non può procedere nella selezione a meno che non clicchi a casaccio.

La grafica in movimento

Spesso capita di imbattersi in siti web che privilegiano la grafica in movimento, trasformando Internet in una sorta di televisione che comunica per immagini e non per testi. Tali siti sono assolutamente inaccessibili ai nonvedenti a meno che non siano accompagnati dalla versione solo testuale.

Flash e la spettacolarità su Internet

Uno strumento come Flash sta trasformando le prime pagine dei siti in piccoli spot televisivi che risultano "invisibili" ai sintetizzatori vocali che i nonvedenti collegano al personal computer per "leggere" quanto appare sullo schermo. Il problema si ripropone per tutti i siti realizzati con programmi basati sulla cosiddetta "grafica vettoriale".
Che fare? Occorrerebbe fornire sempre una pagina alternativa di testo descrittivo che non escluda i disabili della vista dalla fruizione dei contenuti di un determinato sito.

Le scelte di PhPeace

Per tale ragione PhPeace è stato progettato al fine di produrre pagine web per PeaceLink basate su una filosofia dell'accessibilità, rifuggendo da presentazioni "ad effetto" e che "colpiscano l'occhio" a scapito di chi queste cose non le può percepire.

Superare il web barocco

Non solo: spesso un sito con grafica "ad effetto" non è un buon sito. Può far colpo ma non produce buona e ordinata comunicazione. L'apparire può sembrare - per alcuni utenti amanti della belle forme - preferibile sull'essere ma per quanto riguarda PeaceLink l'essere deve prevalere sull'apparire. Ciò non significa la rinuncia alla grafica ma la rinuncia ad una filosofia "barocca" del web.

Evitare la contrapposizione fra accessibilità e creatività grafica

Detto questo occorre però anche aggiungere che l'accessibilità non vieta gli "effetti speciali" o altre cose animate. L'opposizione fra grafica dell'apparire e grafica della sobrietà può svolgere un efficace ruolo di polemica nel confronti degli effetti distorsivi della commistione fra Internet e televisione in un'unica ibrida e discutibile interfaccia. Tuttavia, andando oltre tale giusta critica, occorre rivalutare una grafica intelligente e creativa che possa rendersi compatibile con l'accessibilità. Spiega a questo proposito Francesco Iannuzzelli: "C'è un luogo comune, ovvero che per fare siti accessibili si finisce per fare siti graficamente noiosi e poco accattivanti, perché bisogna rinunciare agli effetti speciali. Niente di più falso. Purtroppo in nome di questo si vede l'accessibilità come una scocciatura o come una cosa che limita le proprie capacità espressive. Invece si può fare un sito accessibile e pieno di effetti speciali al tempo stesso; l'importante è che sia in grado di "scalare" a seconda delle necessità e dei possibili impedimenti dei suoi visitatori. Per cui occorre che sia visibile e fruibile a tutti di default, che offra gli effetti speciali per chi ha gli strumenti per vederli, che offra navigazione testuale, che sia visibile a chi non usa i fogli di stile, che sia leggibile da uno screen-reader (ossia i software che leggono i siti per i ciechi)". Pertanto una giusta sottolineatura dei problemi di accessibilità dei siti con "effetti speciali" non va confusa con un'artificiosa contrapposizione tra grafica creativa e accessibilità. "Invece il problema - spiega Iannuzzelli - è far capire che si possono sposare. Per farlo, occorrono competenze tecniche e attenzione ai dettagli che però non sempre si trovano nei programmatori web".

I problemi da affrontare

Quindi i problemi da affrontare rispetto a tali questioni riguardano essenzialmente tre figure:
1) i committenti, che spesso non prendono in considerazione la necessità di dover spendere qualcosa di più nella realizzazione dei loro siti per renderli accessibili e non ne richiedono il rispetto ai programmatori;
2) i grafici, che cercano di riproporre sul web tecniche di comunicazione tipiche della carta stampata o della televisione, senza capire e accettare che si tratta di un media diverso dagli altri;
3) i programmatori che sono in parte ancorati a tecnologie vecchie e/o proprietarie (leggi Microsoft), e non sempre prestano attenzione a seguire gli standard condivisi dalla comunità Internet, ossia quelli del W3C.

Gli standard W3C

Spiega Iannuzzelli: "L'errore più grave che viene commesso è il non rispetto degli standard W3C. Per fare un sito accessibile occorre seguire con attenzione questi standard web. Se si facesse ciò ne guadagnerebbero tutti, perché il sito sarebbe più facile da mantenere, e quindi nel lungo termine costerebbe meno soldi ai clienti e meno tempo ai programmatori, lasciando comunque contenti i grafici".

Una questione di prospettiva generale

Quando a tutto questo si aggiungono anche gli aspetti legali e etici connessi alle legittime esigenze dei disabili, ben si comprende come il tema dell'accessibilità sia tutt'altro che una questione di nicchia. Diventa invece una questione di prospettiva generale. Anziché depotenziare la funzione dei grafici e dei programmatori, il tema dell'accessibilità sollecita un più maturo e consapevole intervento nell'interesse non solo dei disabili ma di tutti gli utenti Internet.
E' forse questa una delle più importanti questioni che, nata sull'onda delle obiezioni e delle esigenze dei disabili, si riverbera in modo positivo sull'intera comunità del cybernavigatori.

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